Non stare a sentire cosa dicono gli altri. Bisogna tirare dritto senza scoraggiarsi
Ho passato (e passo ancora) tantissime ore al giorno davanti al PC per lavoro. Inizialmente perché, per caso, scoprì il fantastico gioco del creare siti web. Ne avevo un paio amatoriali e su quelli imparavo a conoscere i codici HTML, CSS, ecc..
Poi arrivò la collaborazione con mio cugino (lui si occupava della grafica su stampa e io della parte web), ma parallelamente continuai ad occuparmi dei miei siti.
Un bel giorno scoprì che con i miei siti potevo anche guadagnarci. Siccome, nel frattempo, mio cugino aveva iniziato a fare anche altre cose e io non sono mai stato bravo ad occuparmi dei clienti (cosa che faceva lui), ho preso la palla al balzo.
Quindi, scrivi la notizia sul sito di notizie, scrivi la guida sul sito di guide, scrivi l’articolo di manga sul sito di manga, e piano piano sono passato dall’essere un Web Designer all’essere un blogger.
Durante questo arco temporale, la situazione familiare era la seguente: mio padre di tanto in tanto, passeggiando per il corridoio per andare in salotto o in cucina si fermava sull’uscio della mia stanza e diceva: “ma stai sempre davanti al computer?”
Le prime volte facevo finta di nulla e quelle successive cercavo di controllarmi dal rispondergli male (non si risponde mai male al papà).
Incrociavo mia madre e diceva: “Aldo, ma lo sai che io e papà non siamo eterni?”
Riassumendo, i miei genitori non mi hanno mai appoggiato in quello che facevo.
Quando, poi, hanno visto che venivo pagato, la frase “ma ti vuoi alzare un po’ da lì?” è tramutata in: “Aldo, prendo 100 euro dal conto (lo avevo cointestato con mio padre) e poi te li rimetto“.
Morale: non arrenderti e sopporta tutto. Prima o poi riuscirai!