Grazie a mio padre una zona di Capaccio, chiamata Laura, si è sviluppata fino a diventare una delle più importanti
Quando avevo 2 anni, la mia famiglia e io ci trasferimmo da Portici, un paese della provincia di Napoli, a un altro sempre nella provincia, chiamato Ercolano. Lo facemmo perché mia madre è di Ercolano e i miei nonni comprarono un pezzo di terra per costruire un palazzo di 4 piani (8 appartamenti in totale) dove avrebbero poi abitato, oltre alla mia famiglia e ai nonni, anche altri fratelli e sorelle di mia madre.
Con una parte dei soldi della vendita della casa a Portici, mio padre comprò (insieme a un mio zio e a un conoscente) una proprietà, completa di casette, in un paese della provincia di Salerno vicino a Paestum, nello specifico Capaccio.
Nella zona di questa proprietà non c’erano nemmeno i tralicci per la corrente elettrica, quindi ci si arrangiava con un gruppo elettrogeno. Mio padre, che lavorava all’Enel (è in pensione da un bel po’), si attivò per far installare i tralicci. In quella zona, oltre alle case mia, di mio zio e del conoscente, c’erano altre abitazioni, tra cui una specie di fattoria.
Il palo principale venne piazzato proprio vicino a casa mia e man mano gli altri. Tutti gli abitanti della zona condivisero le spese. Inizialmente il costo era minore per chi aveva la casa vicino al traliccio principale e maggiore per quelli più lontani. Per evitare di far pagare troppo agli altri, si decise di dividere in parti uguali le spese.
Nel corso degli anni, quella zona si è sviluppata: sono state aperte fabbriche, si trovano i campi di calcio dell’Ariston, e sono state costruite tantissime altre case.
Quindi, grazie a mio padre, quella zona di Capaccio si è sviluppata.
Il sindaco come minimo dovrebbe intitolare una via a mio padre, o addirittura non far pagare più le tasse.
Quasi quasi scrivo una lettera al sindaco.