Cari giornalisti, quello che fate contro i “No Green Pass”, non è giornalismo

Libertà di stampa non vuol dire solo “giornalista sotto scorta perché minacciato di morte”, ma soprattutto informazione asservita al potere


Cari No green pass, i giornalisti non li fermate con una spinta, anche se la spinta mi ha fatto cadere in terra. Non è successo ieri, e non succederà domani. I giornalisti non li fermi soprattutto se li insulti, li discrediti, li prendi a calci negli stinchi, come è accaduto (ancora una volta) ieri pomeriggio a Milano, per sei ore consecutive, ogni volta in cui abbiamo provato ad avvicinarci al corteo. Noi giornalisti continueremo a fare l’unica cosa che sappiamo fare: raccontare. È questo che abbiamo provato a fare ieri, prima, durante e dopo le spinte e gli insulti: raccontare chi c’era e quello che accadeva. Lo abbiamo sempre fatto, durante manifestazioni di ogni tipo e genere, e continueremo a farlo“. Articolo di Fanpage.

Siamo al 41esimo posto per libertà di stampa. Più avanti di noi c’è il Burkina Faso. Libertà di stampa non vuol dire solo “giornalista sotto scorta perché minacciato di morte“, ma soprattutto informazione asservita al potere.

I giornalisti dovrebbero fare informazione (cioè, raccontare la verità per quella che è senza condizionamenti ideologici) e essere i controllori del potere (cioè, essere sempre dubbiosi su quello che sta dicendo chi occupa una posizione di potere che permette di controllare le nostre vite).

Invece trovi il Tg1 (la Rai è l’azienda del servizio pubblico italiano finanziato dai cittadini italiani) che o da notizie di parte, o false o che generano odio. Mezzo tg, ogni giorno, è dedicato al Covid (in cui si mostrano solo le interviste di gente a favore dei vaccini e si racconta la bugia degli ospedali pieni di non vaccinati), poi mostrano tutte le opinioni politiche (di gente che ripete la filastrocca a memoria), poi c’è la pubblicità al cantante di turno (non si capisce con quale finalità di pubblica utilità), poi ci sono le rubriche di motori e libri (altro spazio rubato alle notizie), e nel mezzo, se c’è tempo, si parla di cosa davvero interessa alla gente, ma per pochi secondi e in modo fazioso (dove ci metti la bandiera arcobaleno nel mezzo, o si da la notizia strizzando l’occhio solo ad una parte politica). Un sacco di giornalisti poi finiscono nei partiti politici. Chissà come mai.

Lo stesso fanno i giornali. Un giornalista che si intrufola in una piazza in cui si protesta per il no green pass, al cui interno ci sono ovviamente i manifestanti no green pass, chiedere al manifestante no green pass perché è lì è da fomentatori di odio, oltre che da imbecilli. Che poi lo sanno i giornalisti che non possono diffondere le immagini di altre persone senza il loro consenso? Lo sanno che è calunnioso mostrare qualcosa in modo fazioso? Lo sanno che è violenza psicologica rompere il CI alla gente con domande rivolte in quel modo?

E’ un po’ come quando Striscia la Notizia consegna il Tapiro d’oro a qualcuno e lo pressa con domande idiote e offensive. Ad un certo punto è ovvio che sbrocca. Le domande hanno proprio quello scopo. Il giornalista ha proprio lo scopo di riprendere il momento in cui scatta la violenza, per poi mostrare il lato negativo. Questo non è giornalismo.

Ai tempi del fascismo, la stragrande maggioranza della gente era a favore di questo sistema totalitario. C’è voluta la guerra per eliminarlo. Ed ora (con le ovvie differenze) stiamo rivivendo lo stesso clima. Gente, media, ecc., d’accordo con il totalitarismo che viviamo perché limitati di cervello. Cioè, i giornalisti, alla fine, sono gente che non sapendo cos’altro fare nella vita si mettono a scrivere. Non sono mica dei geni. Tutt’altro.

arquen

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Questo è il mio blog personale dove pubblico riflessioni sulla mia vita, quello che penso sui fatti del giorno, do un po' di consigli sulle mie passioni (musica e tecnologia), e parlo della città dove vivo (Ercolano).

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