Chi è Diego Fusaro?

Qui non troverai la biografia di Diego Fusaro. Mi interessa, invece, rispondere alle critiche che gli vengono mosse

Chi è Diego Fusaro?
Chi è Diego Fusaro? Qui non troverai la sua biografia (la trovi qui). Mi interessa, invece, rispondere alle critiche che gli vengono mosse.

Google

Se su Google cerco “Diego Fusaro” trovo la sua pagina Facebook, la pagina su Wikipedia, il suo canale YouTube e poi il suo blog.

Se, invece, sempre su Google, cerco “Chi è Diego Fusaro“, ho in prima posizione la pagina su Wikipedia, in seconda posizione un articolo di Wired (in cui viene denigrato) e solo in terza posizione il suo blog.

Ora, secondo me, questo è surreale. Se apro un blog e pubblico la mia biografia, e anche altri siti pubblicano la mia biografia, qual è la biografia più attendibile, quella mia o quella degli altri? Chi è più attendibile di me stesso nel raccontare me stesso?

Invece, Google, nel primo caso ha premiato i siti più noti e nel secondo caso ha addirittura premiato un sito che parla male di quella persona. Lo trovo davvero surreale, per non dire qualcosa di offensivo.

Le critiche

Andiamo, ora, a leggere le critiche che gli vengono mosse leggendo alcuni articoli.

Il primo è, come detto, quello di Wired. Vediamo perché, secondo me, quello che ha scritto il giornalista è sbagliato.

Iniziamo dal titolo “l’intellettuale di cui non avevamo bisogno“.
Lo decide lui? Parla a nome suo e anche di altri? Chi sono questi altri? Mistero. E’ un po’ come quando i politici dicono “gli italiani vogliono” e a me viene subito da controbattere “ma che CI ne sai cosa vogliono gli italiani? Li hai intervistati tutti e 60 milioni?

Il sottotitolo è ancora peggio. Per il giornalista, Fusaro è mediocre. Per me, invece, una persona che da titolo e sottotitolo già mostra il proprio astio dovrebbe proprio cambiare mestiere. Invece, purtroppo, in Italia (al 41 posto per libertà di informazione) giornali e giornalisti di parte sono la normalità.

Proseguiamo:
Diego Fusaro, che ha la mia età ma è senz’altro molto più bello di me“.
Inizia con la frase sessista. Sminuisce una persona perché bella. Siccome uno è bello non può essere intelligente? Se fosse rivolto ad una donna sarebbe scandaloso. Fatto ad un uomo, pare di no.

ha scritto diversi libri con importanti editori come Bompiani, Cortina e Feltrinelli che avranno avuto le loro ragioni per dargli credito. Probabilmente fra di esse c’è il fatto che nessuno legge e studia più la filosofia e che occorra vendere anzitutto gli autori e non i contenuti.

Forse lui non legge libri di filosofia, ma gli editori hanno sicuramente dei seri professionisti che valutano un lavoro prima di pubblicarlo. Offendere quei professionisti è sbagliato. E’ da giornalista mediocre.

Poi cita l’articolo di un blog che, però, è stato cancellato (chissà perché).

In sostanza, Diego Fusaro la pensa un po’ come me sulla politica. Cioè, il superamento di destra e sinistra. Destra e sinistra sono due contenitori di idee innaturali che non rispecchiano il contenuto complesso di idee che ha un individuo.

Io posso reputare giusta una determinata idea che rientra nel contenitore di sinistra e allo stesso tempo anche una determinata idea che rientra nel contenitore di destra.

Probabilmente, la spiegazione del 40% degli aventi diritto al voto che non vota è questa: non si riconosce né solo a destra né solo a sinistra.

Un concetto complesso se chi deve capirlo riesce a seguire solo una linee dritta.

Il film Divergent spiega molto bene questo concetto. Riassumo la trama: le persone sono divise in fazioni, a seconda delle proprie caratteristiche (buoni, giusti, intelligenti, ecc.). Chi, invece, non si riconosce in nessuna di queste fazioni (perché è contemporaneamente buono, giusto e intelligente) diventa un emarginato perché considerato pericoloso (non lo puoi controllare).

Poi, l’articolo prosegue con varie denigrazioni rivolte a Fusaro.

Ad un certo punto dice:
Colpa anche du una generazione di autori radio-tv impreparati che continua a invitarlo.
Qui si inizia a sentire puzza di fascismo.

Poi, il giornalista sostiene che la “teoria gender” non esiste. In realtà esiste. E chi nega un fatto del genere o è in malafede o è in malafede.

Poi, riprende a denigrarlo.

Poi, con “Il professore dagli occhi azzurri” usa un’altra espressione sessista.

Poi, siccome Diego Fusaro ha osato esprimere un mesto parere su Roberto Saviano, la denigrazione si è fatta ancora più pesante.

Quella che lo stesso Saviano chiama “macchina del fango“.

Poi dice:
E ancora la finta accoglienza dei migranti, l’Ue razzista e sfruttatrice, il liceo classico “nemico del mercato”, riesce perfino a schierare Hegel contro Uber, Roberto Saviano al servizio del pensiero unico (quando scriverà qualcosa di utile alla realtà come Gomorra saremo i primi a comprare il suo libro), le nuove prigioni dei social network (come se qualcuno ci obbligasse a iscriverci), i temi della casa carissimi ai movimenti di estrema destra, un’interessante difesa degli attacchi ai complottisti e ai populisti orchestrati dal Capitale e, per concludere questa breve carrellata, perfino la divisione fra vegani e carnivori è utile a “dominarci”. Tutta un’orchestrazione delle multinazionali, ovviamente.

Che l’Ue stia sfruttando gli immigrati è chiaro a molti. Non tutti, però, hanno l’intelletto per arrivarci.

La realtà di Gomorra ha prodotto un serie Tv che ha causato l’emulazione di tantissimi giovani. Non ci sono più i casalesi? Ci sono, purtroppo, altre centinaia di famiglie camorristiche che hanno preso il loro posto.

I temi della casa non sono carissimi all’estrema destra, ma a qualunque essere umano con un po’ sale in zucca. Poi, se il giornalista preferisce vivere in tenda o in camper girando per il mondo è una sua scelta.

Il giornalista, forse, non comprende che sta parlando di un filosofo. Di uno che dedica la vita a studiarli e a mettere in pratica quegli insegnamenti. Ma comprendo che quegli insegnamenti non sono per tutti.

Poi dice:
Nella sua analisi della contemporaneità a Fusaro piace vincere facile mescolando un po’ di tutto: il suo contributo al dibattito pubblico è come una bella coppa (intendendo il salume) con qualche pezzo di grasso di marxismo, fasciogramscismo e neohegelismo virtuali, parecchi etti di turbonazionalismo lepenista (si è vista com’è finita Marine), complottismi e dietrologismi come se piovesse, echi diversi e contraddittori fra populismi e leghismi di vario genere, spesso accompagnati da sentenze e dati che varrebbe invece la pena verificare, impietoso neocatecumenismo del seme che non va disperso e opposizione al mondo che cambia, alle persone che cercano sicurezza e vita migliore, in definitiva un’opposizione alla libertà individuale verso un impianto etico dello Stato.

In realtà Fusaro non mescola nulla. Siccome va oltre i concetti di destra e di sinistra esprime le sue considerazioni, sempre dal punto di vista filosofico, su problemi e situazioni. Comprendo, però, che chi riesce solo a seguire una linea retta… confonde la mente complessa per “mescolanza“.

Poi, alla fine, il giornalista si improvvisa critico e fa una conclusione, affermando che chi osa avere un pensiero alternativo da quello dominante è un mediocre.

Non si rende conto che chi non riesce ad avere un pensiero alternativo è una pecora. Il mondo lo cambia chi ha il pensiero alternativo.


Il secondo articolo inizia così:
Davvero arroganti e imprudenti, questi ragazzotti che si auto proclamano filosofi pur non avendo scritto un solo libro di teoria filosofica, ma che diventano noti perché propagandati da talk show per casalinghe. E non sono nemmeno originali: già ai miei tempi, nell’Università di Roma i fascisti, nell’euforia del ’68, inventarono un movimento chiamato “nazimaoismo”. Che raccoglieva tutto il pattume di due dittature terrificanti. Rieccoli.

Ugualmente Diego Fusaro, filosofo televisivo di estrema destra-sinistra, fa la sua crociata contro quel mostro del capitalismo, contro quella strega della globalizzazione, contro i complotti che dominano il mondo. Il tutto nel nome dello stalinismo, del fascismo anticapitalistico e di tutte le bufale che invadono la Rete. Siamo sicuri, il suo prossimo passo sarà l’adesione al terrapiattismo.

In realtà, nella società odierna, uno è filosofo perché si è laureato in filosofia, a prescindere se ha scritto o meno dei libri filosofici (cosa che lui ha fatto). Io sono ragioniere perché mi sono diplomato in ragioneria, anche se non ho mai fatto il lavoro di ragioniere.

Sostenere che Fusaro sia un’estremista di destra-sinistra, quando Fusaro stesso, come me, va oltre i due concetti e, addirittura, li considera superati, è proprio da palla immensa.

Non so se Fusaro aderirà al terrapiattismo, sicuramente chi ha scritto questo articolo ha aderito al pallismo.

Infine, siccome ha osato esprimere una mesta opinione sulle Sardine, la risposta è stata “sì sì ha ragione, ma anche lui però…“.

E aggiungiamoci pure un gne gne gne?


Il terzo articolo:
Auto-attribuirsi una patente di intellettuale emarginato, di dissidente rispetto al cosiddetto “pensiero unico”, insomma risultare “scomodo al sistema”, è la prima via per trovare successo e dimostrare al contempo di non essere davvero un emarginato. Gli irregolari, ai margini, ci sono per davvero, non come Diego Fusaro, il filosofo della supercazzola, che dirige collane editoriali (Bompiani), sforna libri con case editrici prestigiose (Bompiani, Einaudi), ha insegnato all’università (San Raffaele), gode della stima di augusti luminari del pensiero filosofico ed è perennemente in tv (soprattutto su La7).

Per anni è stato, nell’immaginario di migliaia di liceali, un bignami di filosofia gratis su Internet, con il suo filosofico.net che ha fatto la felicità di allievi alla ricerca di una Wikipedia su Platone, Nietzsche e Husserl. Oggi Fusaro, classe 1983, è il punto di riferimento dei frequentatori del bar di Guerre Stellari; complottisti, a vario titolo identitari, populisti e fasciogrillini.

A Fusaro non costerebbe nulla schierarsi politicamente. Entra nel PD o nella Lega e campa di rendita. Invece, no, dice quel che pensa, ci mette la faccia e si becca pure le minacce di morte.

Io che non frequento bar di Guerre Stellari, non sono complottista, non sono populista, non ho votato il M5s e non sono fascista… la penso come Fusaro.

Poi dice:
Ha un pubblico, intendiamoci, e forse neanche troppo piccolo, cui regala ogni giorno perle sui social network, da Twitter a Facebook, che compulsa spargendo il seme della dissidenza (l’ultimo libro, einaudiano, si chiama “Pensare altrimenti”).

Oddio, come osa, sparge il seme delle dissidenza.

Poi dice:
La sua biografia su Twitter è già un programma. “Allievo indipendente di Hegel e Marx (solo che loro non lo sanno, ndr). Al di là della destra e della sinistra. Anticapitalista in lotta per l’emancipazione umana”.

Ma perché sarebbe un programma? Uno di se stesso può descriversi come CI gli pare e piace.

Poi dice:
La comunicazione fusariana, che si esprime anche attraverso monologhi su YouTube, è ossessiva. Fusaro se la prende in continuazione contro la “dittatura della lingua inglese”, anche condividendo costantemente suoi video (tradotti in inglese!).

Se Draghi dice “ma perché usiamo tutti questi termini inglesi” è ok. Se lo dice Fusaro no? Si va a simpatia?

Poi dice:
Ma l’inglese è solo una delle ossessioni fusariane, che alterna quelli che dovrebbero essere preziosi aforismi in 140 caratteri, a riflessioni la cui oscurità è pari solo a quella di certi comizi Nichi Vendola. Tant’è che Fusaro si è meritato anche un fake, Diego Fuffaro, che lo prende in giro su Facebook.

Poi, ovviamente, quando uno da fastidio, lo si sminuisce rovinandogli l’immagine. Come facevano i fascisti.

Conclusione

Una delle poche cose che contesto a Fusaro è che, graficamente parlando, il blog è proprio fatto male.

Un’altra cosa che contesto a Fusaro è quella di avermi fatto venire voglia di leggere i libri di filosofia.

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