La biblioteca personale dell’artista è stata riassemblata e presto sarà aperta al pubblico in un allestimento organizzato all’hotel Villars Palace a Villars-sur-Ollon, vicino a Losanna
La biblioteca personale di Hugo Pratt sarà aperta al pubblico. Hugo Pratt, il fumettista creatore di storie e personaggi incredibili come Corto Maltese, è stato molto importante per il mondo della cultura pop. Così, la biblioteca personale dell’artista è stata riassemblata e presto sarà aperta al pubblico in un allestimento organizzato all’hotel Villars Palace a Villars-sur-Ollon, vicino a Losanna.
La biblioteca di Pratt, dove si trovano oltre 20mila libri, comprensivi di almeno 6 lingue (francese, inglese, italiano, tedesco, spagnolo e portoghese), rappresenta la grande cultura del fumettista che nel corso degli anni ha condiviso con i suoi lettori.
I libri si trovavano in Svizzera, in un deposito dedicato. Questi sono statai, poi, trasportati nel luogo della mostra e successivamente tutto il lavoro svolto è stato raccolto in una serie di video e testimonianze.
Marco Steiner, scrittore italiano conosciuto soprattutto per la grande collaborazione con Hugo Pratt, ha detto:
“La biblioteca di Hugo Pratt rappresenta per l’immaginario collettivo dei suoi lettori qualcosa di unico e di estremamente rappresentativo per capire le fonti d’ispirazione che hanno dato vita alle sue indimenticabili storie. Questi libri, nel loro insieme, ne raccontano la formazione, la vita, i viaggi, gli interessi, la sua curiosità, in una sola parola, il suo immaginario“.
“Una biblioteca racchiusa dentro a centinaia di scatoloni da anni conserva intatta tutta la sua forza e potenzialità e rappresenta un tesoro per studenti che si sono cimentati in tesi di laurea (quasi un centinaio tra Francia, Italia, Spagna, Portogallo, ecc.) per giornalisti che ne scrivono costantemente sui giornali ad ogni evento, mostra o riedizione, per scrittori che scrivono biografie (Thierry Thomas ha vinto il premio Goncourt 2020 nella sezione ‘biografie’) per registi che realizzano documentari (come Stefano Knuchel, regista del film ‘Hugo in Argentina’)“.
“Pratt non collezionava libri preziosi o prime edizioni, lui i libri li leggeva, li annotava, ci inseriva appunti, foto. In mezzo alle pagine, Pratt cercava spunti o immagini per creare nuove storie, Pratt sapeva che i libri erano sempre lì, pazienti, aspettavano il momento giusto per essere sfogliati, per suggerire connessioni, incontri, dialoghi per le sue storie che poi la sua mano disegnava. I libri erano cibo per la sua fantasia, incontri reali per espandere il suo immaginario“.
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