Quindi, se la gente protesta in Iran e cerca di rovesciare il governo, è giusto, ma se la gente protesta in Brasile e cerca di fare lo stesso, non è giusto
Quindi, se la gente protesta in Iran e cerca di rovesciare il governo, è giusto, ma se la gente protesta in Brasile e cerca di fare lo stesso, non è giusto. Chi decide questo? I media, soprattutto coloro che li controllano.
Se la gente protesta in Brasile contro Lula (che è di sinistra) viene considerato un tentativo di colpo di Stato, ma se la gente protesta contro Bolsonaro (durante la pandemia) viene considerato legittimo e non un tentativo di colpo di Stato.
Se il presidente del Perù, che è socialista, viene rimosso dal suo incarico per aver cercato di rovesciare il governo, la gente che protesta a suo favore è considerata dalla parte giusta. Se Trump non riconosce i risultati delle elezioni e i manifestanti protestano a suo favore, viene condannato come tentativo di colpo di Stato.
E in base alla situazione, i manifestanti diventano terroristi o anti-regime, e i governi diventano regimi autoritari o democraticamente eletti.
E poi non parliamo della guerra in Ucraina, dove i media ci raccontano un sacco di bugie perché siamo una colonia degli Stati Uniti e dobbiamo fare il tifo per loro.
Siamo invasi dalla propaganda, anche quella che va contro la libertà. I potenti vogliono il controllo sulla massa, e i regimi totalitari cercano di controllare le masse. Quindi i potenti si schierano con questi regimi e si oppongono a chi vuole la libertà.
Non sto dicendo che chi protesta a favore di Trump o di Bolsonaro o il contrario ha ragione. Sto solo dicendo che dobbiamo sempre essere critici verso quello che i media ci mostrano e dubitare che ci dicano sempre la verità. Non sono di destra, anzi, sono stato un votante di centro-sinistra, ma non voto più da molti anni. Mi limito a osservare e capire cosa serve al paese in ogni momento.
Nel lontano 2006, frequentando un corso di comunicazione, la docente ci parlò di uno stratagemma spesso usato dai media, riassunto in quella che oggi viene chiamata la teoria dell’agenda setting: giornali e tv non ci dicono spesso “cosa pensare”, ma ci dicono “a cosa pensare”, puntando i riflettori su questa o su quella notizia, influenzando l’opinione pubblica in maniera subdola e apparendo innocenti allo stesso tempo. Sono d’accordo al 100% con quello che scrivi qui sopra, siamo oramai ridotti a delle pecore in balia del perbenismo e del “politically correct” che annienta l’individualità del pensiero, e promuove una purga lessicale che fa solo venire i brividi.
Che poi non è una semplice teoria, ma l’assoluta realtà.
Avendo un sito di notizie, noto la differenza tra quello che pubblico io e cosa propinano i TG in tv.
Ad esempio, le notizie sulla crisi non esistono nei Tg. Si parla quasi solo di notizie estere (cioè, io so cosa succede da te, ma non so cosa succede da me), poi ci sono le solite dichiarazioni politiche e infine (una cosa che non capirò mai) la marchetta all’artista di turno. Poi guardo le notizie regionali e sembra di passare da Alice nel paese delle Meraviglie all’Inferno di Dante (nei tg regionali si parla della realtà). 😀