Curiosando per scoprire il prezzo del modello di Cort che ho acquistato qualche anno fa ho trovato una discussione sul forum di Massimo Vanini.
Un tizio chiede consiglio per acquistare una chitarra acustica “seria“. E’ indeciso tra Taylor 114e, Fender Malibu SCE, Fender Kingman SCE, Takamine EG340DLX e Cort MR730FX NS. Chiede quale di queste chitarre ha i legni migliori e il miglior suono acustico. 🙂
Tra le risposte arriva quella del classico “sotuttoio” che dice: la Taylor è la migliore perché si chiama Taylor (ho riassunto io). Le altre lasciale perdere perché con 500 euro non compri una chitarra seria. Esistono solo 3 chitarre per questo tizio: Martin D28, Taylor serie 300 o 400 (314 – 414) e Larrivee L09. Ovviamente la chitarra seria costa 1800/2000 euro. Se sei fortunato le trovi usate a 1500 euro. Si parla di migliaia di euro come se niente fosse. 😯
Subito dopo arriva la replica di una persona in disaccordo con il “sotuttoio“. Fa notare che lo stesso Vanini per alcune date con Antonacci, Pausini, Amoroso, Ramazzotti, ecc., suona la Eko Mia (4oo euro circa).
Allora viene da pensare che se Vanini suona al S. Siro con la Eko, qualcosa nel ragionamento del “sotuttoio” non torna. 🙄
Arriva la replica del “sotuttoio“: vabbè, ma Vanini è Vanini, l’impianto è un impianto con la I maiuscola e se aggiungiamo pre, DI Box, compressore, ecc..
E qui ti volevo caro “sotuttoio“. Perché Massimo Vanini invece di suonare una delle sue meravigliose chitarre ha usato la Eko Mia?
Per 3 motivi:
1) Le Martin di Massimo Vanini hanno un valore inestimabile e io non le farei mai uscire di casa, al massimo le porterei in studio. 😎
2) Chi va ai concerti di Antonacci, Pausini, Amoroso, ecc, è gente che non capisce niente di musica, quindi la Martin è sprecata. Vanini poteva suonare anche l’Ukulele. 😆
3) Se si suona senza amplificazione è fondamentale avere una chitarra che suoni bene. Se invece si suona con l’amplificazione è importante solo che il manico della chitarra sia comodo da suonare. Il resto lo fanno l’impianto e l’effettistica. Ecco perché quando si registra in studio lo si fa con i microfoni a condensatore da migliaia di euro e poi con attrezzature specifiche si ritocca (come col Photoshop per la grafica), mentre in un live, con un qualsiasi simulatore di chitarra acustica e un riverbero crei il suono che vuoi. 😉
Ho 3 pedalini Behringer: il simulatore di chitarra acustica, il reververo+delay e il booster. Il costo totale dei tre pedalini è di 70-80 euro. Con 70-80 euro ho un bellissimo suono acustico amplificato. Capisco che non è da fichi andare in giro con la chitarra Cort e il pedalino Behringer, ma è più da fichi non mangiare per un anno e avere la Martin da 2-3mila euro (che amplificata avrà sempre un suono brutto e innaturale) e spendere altre migliaia di euro per pedaliera e impianto. Secondo me è da stupidi sacrificarsi per comprare una chitarra costosissima che suonerai a casa o in qualche localino o festicciola di paese. Capisco che la tentazione è forte, ma basta resistere. Quando stai per cadere in tentazione pensa che le aziende godono della stupidità altrui. Se proprio non riesci a suonare con una chitarra che non si chiami Martin o Taylor, cancella il nome sulla paletta, prendi un pennarello e scrivi il nome della marca che ti piace di più. 😆
Non sto suggerendo di acquistare roba scadente, ma se ci sono alternative valide che costano meno, chi se ne frega se non hanno il marchio famoso?!? Per anni ho usato dei comunissimi ed economicissimi cavi Proel. Poi ho voluto provare i cavi Reference che costano 3 volte tanto. Il suono è migliorato tantissimo e quindi ora uso solo i cavi Reference. Quindi in questo caso ho speso di più.
Ogni cavo Reference costa quanto un pedalino Behringer. I pedalini Behringer fanno le stesse identiche cose di qualsiasi altro pedalino. Si differenziano per:
1) materie prime economiche;
2) costo minore dei pedalini di altre marche.
Se Behringer non eccelle si passa ad altro e infatti ho la loop station della TC Electronic, la DI Box della Moeer, l’Arion Chorus, il Bad Monkey (overdrive) della Digitech, ecc.. Se ci si libera del preconcetto del marchio e della fissa degli anni 60-70 dell’ampli e si pensa solo al risultato, si risparmiano tanti soldi. Se tutte (o quasi) le aziende hanno spostato la produzione in Cina, Indonesia, Korea, ecc. ma il prezzo è rimasto invariato, probabilmente quelle aziende cercano di trarre il massimo profitto dalla stupidità umana, che nel mondo è tanta. 🙄
Ho 38 anni e suono da quando ne avevo 12. Alle elementari e medie ero il secchione della classe in musica e artistica.
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