E’ da un po’ che volevo parlare delle pubblicità “politically correct” in Italia
E’ da un po’ che volevo parlare delle pubblicità “politically correct” in Italia. In pratica, in ogni pubblicità ci sono uomini e donne di colore, o uomini e donne non eterosessuali.
Secondo le statistiche, la percentuale di persone di origine non italiana è bassissima e nonostante lo stesso valga anche per le persone non eterosessuali, nelle pubblicità sembra che si stia verificando una sorta di “sostituzione etnica” (tutte le auto nelle pubblicità sono guidate da persone di colore, e nelle altre ci sarà sempre qualcuno di colore, ma perché proprio di colore e non di un’altra etnia?), oppure sembra che ci siano più persone gay che eterosessuali in Italia (ci saremmo estinti da un pezzo).
Questo tentativo di fare il “lavaggio del cervello” non fa altro che aumentare i sentimenti negativi verso chi non è italiano e verso chi non è eterosessuale. Anche a quelli che di natura sono pacifici (come me) viene voglia di gettare la TV dal balcone.
Guardando le pubblicità dell’ultimo anno, sembra di non essere in Italia, ma in Africa.
Qualcuno potrebbe obiettare: sei razzista e omofobo.
La mia risposta sarebbe: basta invertire i ruoli. Se vivessi in Congo e vedessi l’uomo bianco in tutte le pubblicità, direi da abitante del Congo che “l’uomo bianco ci ha invaso“.
A parte che alcune pubblicità sono strane. Per esempio, c’è quella di una catena di hamburger in cui Dio viene rappresentato come una donna africana. Capirei se vivessi in Africa in una tribù composta solo da donne, ma in Italia, chi CI rappresenta la donna di colore che interpreta Dio?
Al contrario, è divertente quando si tratta di pubblicizzare prodotti agricoli, in quel caso tutti gli attori sono bianchi, anche se la realtà è completamente diversa: la stragrande maggioranza di chi lavora nei campi (e spesso è sfruttato) è straniera.
Poi, come accennato, in tutte le pubblicità di auto, chi guida è di colore, quando in realtà se vedi una persona di colore che guida un’auto di lusso, pensi a tre possibilità: è uno spacciatore, l’ha rubata, è Lukaku.
Le pubblicità sugli sport in cui tutti gli atleti sono di colore.
Nella pubblicità di moda ci devono essere sempre almeno tre persone: una bianca, una di colore e una orientale (come nelle barzellette).
Se proprio vuoi fare una “pubblicità inclusiva“, in Italia ci sono gli asiatici, gli europei dell’est, i Rom. Fai una bella pubblicità con un Rom che guida l’auto.
Ovviamente, le pubblicità inclusive includono anche le persone non eterosessuali. Per il momento, però, siamo fermi alle donne che si baciano. Agli uomini non ci siamo ancora arrivati.
Mi fa piacere di non essere il solo a pensarla in questo modo. Però non posso dirlo ad alta voce, sennò le “minoranze” sai che cagnara che scatenano…
Infatti i social non li uso più per dire come la penso. Queste cose (scandalose nel web ma normali nella vita reale) posso dirle solo sul mio blog.